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TUTTO NAZIONALI - Piscedda: "Universiadi? Esperienza unica. Dedico l'oro al presidente Abodi"

20.07.2015 12:45 di  Alessandro Paoli  Twitter:    vedi letture
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Massimo Piscedda, CT dell'Italia Universiataria, ha rilasciato la seguente intervista in esclusiva ai microfoni di Tutto Nazionali raccontando la recente vittoria alla XXVIII Universiade "Gwangju 2015" e facendo il punto sulla prossima stagione.

Che emozione ha provato dopo la vittoria contro la Corea del Sud?
"L'emozione è stata molto forte. C'è stata grande soddisfazione per aver visto vincere questi ragazzi. Inoltre, salire sul podio, sul gradino più alto, avendo da una parte la Corea del Sud e dall'altra il Giappone è stato davvero emozionante".

Cosa significa questa vittoria per il movimento calcistico italiano?
"Può significare tantissimo o può passare insosservata. Personalmente spero significhi tantissimo e faccia capire che facendo le cose semplici si riesce a tirare fuori il meglio dai ragazzi, i quali hanno trovato sicurezza in questo".

A chi dedica l'oro vinto a Gwangju?
"Dedico la vittoria di quest'oro soprattutto al presidente Abodi che, in una settimana, è venuto due volte in Corea del Sud a sostenerci: la prima durante la gara inaugurale dove ha preso parte il giorno dopo alla cerimonia d'apertura e poi in finale poiché aveva promesso ai ragazzi che, qualora ci fossimo arrivati, sarebbe tornato. Dopo la semifinale i ragazzi gli hanno scritto e lui è stato ben contento di ritornare. Si è calato nella realtà delle Universiadi con grandissima intelligenza ed umiltà vivendo questa esperienza come fosse un universitario. Vederlo mangiare affianco dei ragazzi e parlare con loro è stato bellissimo ed ha motivato e responsabilizzato ulteriormente il gruppo".

Avrebbe mai pensato, specialmente alla vigilia, di poter vincere le Universiadi?
"No, perché era la prima volta che vi partecipavo, quindi non conoscevo bene il livello della manifestazione per poter fare dei pronostici. Inoltre, dal punto di vista delle convocazioni, avevo difficoltà in diversi ruoli: basti pensare che alla fine ho potuto convocare un solo attaccante (Tommaso Biasci, ndr). Ci siamo dovuti inventare qualche soluzione diversa, ma grazie alla disponibilità dei ragazzi, alcuni hanno dovuto giocare fuori ruolo, siamo riusciti a trovare una quadratura che ci ha permesso di arrivare in finale e vincere l'oro".

Dopo 18 anni l'Italia torna a vincere le Universiadi. Cosa si prova ad essere entrato nella storia di questa manifestazione e del calcio italiano?
"Provo soprattutto una grande soddisfazione a livello personale. Dopo la vittoria mi sono arrivati moltissimi messaggi di congratulazioni sia da amici che da illustri colleghi. Faccio alcuni esempi: prima della semifinale contro il Giappone mi ha chiamato il CT Antonio Conte facendoci un in bocca a lupo così come Maurizio Sarri che ci ha mandato un messaggio di incoraggiamento. Devo ammettere che certi gesti mi hanno dato forza e ne hanno data ai ragazzi soprattutto la telefonata di Conte".

Le nazionali giovanili azzurre hanno visto un momento di rinnovamento in questa stagione. Ha pensato per un attimo di poter tornare ad allenare una nazionale federale?
"Sinceramente no. Nella mia carriera le ho allenate praticamente tutte, mi mancherebbe solo l'Under 21 ma Gigi (Luigi Di Biagio, ndr) ha fatto un buon lavoro, al di là di come sono andati poi i risultati, e giustamente è stato riconfermato per il prossimo biennio. Continuerò ad essere il CT della B Italia con l'obiettivo di lavorare in funzione dell'Under 21 perché il nostro, come dico sempre, è un lavoro di squadra".

La sua Italia Universitaria era un mix di calciatori tra Serie B, Lega Pro e Serie D. Chi l'ha sorpresa di più in campo?
"Sono stato piacevolmente sorpreso da quei ragazzi militanti in Serie B che hanno avuto un atteggiamento da leader risultando degli esempi per quelli che militano in serie inferiori. Li hanno stimolati a dare il meglio e, ad un certo punto, non c'erano più categorie. La squadra sembrava un gruppo unico sia dentro che fuori dal campo nonostante fossero ragazzi che, prima di questa esperienza, non si erano praticamente mai allenati insieme".

Chi l'ha sorpresa di più fuori dal campo, quindi sotto l'aspetto accademico?
"Un po' tutti. C'è qualcuno che è più avanti con gli esami e c'è qualcuno che invece è un pochino più indietro. Meccariello (Biagio, ndr), ad esempio, è avanti, così come Cappelletti (Daniel, ndr), Cerrai (Lorenzo, ndr) o Masi (Federico, ndr). Questi ragazzi riescono a conciliare il fatto di essere dei calciatori con il fatto di essere studenti universitari. In futuro vorrei ci fossero più calciatori studenti che studenti calciatori come accade in quasi tutte le altre nazioni".

Come giudica i calciatori che hanno snobbato le Universiadi?
"Non giudico nessuno, non è mia abitudine farlo. Sono convinto che questi ragazzi non conoscessero la manifestazione, quindi abbiano preferito non prendervi parte. Purtroppo in Italia ci si accorge delle cose solamente quando si vince. Coloro che non hanno partecipato alle Universiadi hanno perso un'occasione unica, sia di vita che di sport, unica. Un villaggio con 14.000 atleti da tutto il mondo è un qualcosa di spettacolare che difficilmente capita di vedere nella propria vita. Poi ripeto, rispetto le opinioni e volontà di tutti, ma credo che perdersi questa esperienza sia un peccato".

Quali sono i progetti di Massimo Piscedda per la stagione 2015/2016?
"I progetti? Ho 53 anni e spero di continuare a migliorarmi. Presto (il 5 agosto, ndr) ricomincerò con la B Italia il mio lavoro di supporto all'Under 21 per il bienno '94/'95 dove speriamo di tirar fuori qualcosa di buono".