XXVIII UNIVERSIADE - Piscedda: "Meglio avere l'umiltà di formare che la presunzione di riformare"

18.07.2015 13:20 di Alessandro Paoli Twitter:    vedi letture
Fonte: Corriere dello Sport
© Getty Images
© Getty Images
© foto di TuttoNazionali.com

Massimo Piscedda, CT dell'Italia Universitaria, ha rilasciato la seguente intervista sulle colonne dell'edizione odierna del Corriere dello Sport in merito all'oro conquistato alla XXVIII Universiade "Gwangju 2015".

Medaglia d'oro nel calcio alle Universiadi dopo 18 anni. Che esperienza è stata quella di Gwangju? 
"Sotto il profilo umano è stata bellissima. La portata della manifestazione è enorme: sono quattordicimila atleti, in un villaggio incredibile e con un ambiente multiculturale bellissimo. Poi c'è il profilo tecnico, che per quanto riguarda la nostra nazionale è cresciuto con il passare delle partite perché si è creato un gruppo formidabile che ha dimostrato il proprio valore e che ha voluto fortemente l'oro".

Nel 1997, a Palemo, in campo c'era Oddo. Tra questi ragazzi ci sarà qualcuno che ritroveremo nella Nazionale maggiore, magari ad alzare la Coppa del Mondo?
"Ce lo auguriamo tutti. Nella rosa di Gwangju c'erano tanti ragazzi già con esperienza in Serie B e destinati alla massima serie, come Dezi che ha fatto bene con il Crotone nelle scorse stagione e che ora darà il massimo con il Napoli. Ci sono anche Morosini e Faragò che si sono messi in mostra, ma l'in bocca a lupo è per tutti i ragazzi del gruppo".

Messi ha detto più volte di non aver mai finito di leggere un libro, neanche la biografia di Maradona. Investire sulla formazione extracalcistica dei giocatori effettivamente che peso può avere sul loro rendimento tecnico?
"Messi è forse il talento più cristallino della nostra epoca, ma probabilmente se avesse anche studiato sarebbe stato ancora più forte. È inutile negarlo: lo studio ti arricchisce sotto ogni aspetto. Dal punto di vista tecnico, poi, io sono coniùvinto che lo studio aiuti a risolvere i problemi in campo. Ecco, magari Messi difficilmente ha mai avuto problemi in campo, ma se un calciatore ne avesse mai, la forma mentale dallo studio contribuirebbe a risolverli".

Lei è uno dei tecnici federali più esperti, e da sempre impegnato nel settore giovanile azzurro. Di cosa ha bisogno il movimento calcistico italiano per velocizzare la sua ripresa?
"Ho un mio motto, perfetto visto che abbiamo parlato di calciatori giovani ma anche studenti: è meglio avere l'umiltà di formare che la presunzione di riformare".