Un'Italia a metà chiude il 2015 azzurro

17.11.2015 23:08 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Un'Italia a metà chiude il 2015 azzurro
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Non basta un’Italia a metà - timida nel primo tempo, più attiva nel secondo, per battere la pur non trascendentale Romania nell’amichevole di Bologna che ha chiuso il 2015 e che ha evidenziato alcune mancanze già emerse sabato scorso contro il Belgio, su cui bisognerà lavorare in vista di Euro 2016.

ERRORI INDIVIDUALI - Comincia a essere preoccupante la frequenza con cui si verificano amnesie individuali che spesso e volentieri finiscono per costare gol decisamente evitabili: anche questa sera Darmian non è stato deciso in occasione della rete del vantaggio di Stancu e in generale sono stati commessi errori anche in fase di palleggio. Tutto ciò, specialmente in una competizione a eliminazione come un europeo, andrà improrogabilmente corretto agendo alla radice: più di un sospetto, al di là delle qualità dei singoli elementi in campo, cade infatti sul modo in cui la squadra è stata schierata in campo nelle ultime gare.

SERVE EQUILIBRIO - Il 4-4-2 è sicuramente un modulo adatto alle caratteristiche degli uomini a disposizione di Conte, ma è necessario schierarli in un modo più equilibrato e corente. È inutile rinunciare alla spinta di un vero terzino sinistro se davanti a lui si posiziona un attaccante come El Shaarawy, confinato su un lato del campo e costretto a eseguire inevitabilmente controvoglia un enorme lavoro di copertura. Probabilmente la soluzione ha il nome di Claudio Marchisio: il centrocampista della Juventus, oggi in mezzo al campo insieme a Soriano, posizionato a sinistra, con Florenzi dall’altra parte, sarebbe il perfetto compromesso per poter mettere in campo una formazione fluida, che possa passare dal 4-4-2 al 4-3-3 anche nell’arco della stessa partita.

ASPETTANDO IL SORTEGGIO - Con la conclusione degli spareggi, si è completato questa sera il quadro delle magnifiche 24 che si giocheranno il titolo europeo. Il sorteggio del 12 dicembre dirà già molto sulle possibilità di successo degli azzurri, che partono in seconda fascia non solo nell’urna ma anche per quanto si è visto in questi 15 mesi.