FIGC - Mancini: "Andrei di corsa in Nazionale"

31.07.2014 17:30 di  Alessandro Paoli  Twitter:    vedi letture
Fonte: Il Giorno
FIGC - Mancini: "Andrei di corsa in Nazionale"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Roberto Mancini, candidato alla panchina azzurra, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de Il Giorno dove apre concretamente all'ipotesi della sua successione a Cesare Prandelli alla guida dell'Italia. Di seguito i passaggi più interessanti delle sue dichiarazioni:

"Sono sempre stato un nazionalista, non dimentico mai l'Italia, a maggior ragione quando sono all'estero per lavoro. Chi non sognerebbe di allenare la Nazionale? Io verrei anche di corsa".

Mancini sottolinea che nessuno l'ha ancora contattato dalla Federazione e chiarisce la sua posizione circa lo stipendio che andrebbe a percepire: "Fa molto piacere e mi rende orgoglioso essere nei pensieri di coloro che amano la Nazionale. La realtà, però, è che per ora non mi ha chiamato nessuno. Non è che uno viene pagato di più perché è simpatico. Se Messi guadagna più di un altro calciatore o Brad Pitt più di un altro attore ci sarà un motivo... Se qualcuno pensa di andare a prendere Ancelotti, Mourinho o Guardiola non credo che parta con l'idea di pagarli quanto un allenatore che non ha vinto nulla".

Sulla sua ipotetica Nazionale: "Anche sono ultratrentenni, chiamerei certamente Pirlo e Buffon, perchè per vincere i fuoriclasse sono determinanti". Sull'eccesso di stranieri nel nostro campionato: "Se uno è bravo e fa la differenza, è giusto che giochi, altrimenti meglio scegliere i nostri. Negli anni '80 furono riaperte le frontiere e i nostri presidenti presero solo fuoriclasse, altrimenti si puntava sugli italiani. Che senso ha prendere giocatori all'estero che non hanno niente da insegnare ai nostri?".

Su Balotelli: "È giovane, anche se il tempo passa e lui deve svegliarsi perchè non ti aspetta nessuno. Parliamo dello stesso giocatore che ha trascinato l'Italia all'Europeo due anni fa; al Mondiale è andato male e da noi c'è la tendenza ad "ammazzare" i giocatori quando le cose non vanno bene. Mario deve capire però che il suo lavoro è quello che si sogna da bambini e che è pagato profumatamente. Deve fare soltanto una cosa: rispettare l'allenatore e aiutare i compagni a vincere".