Nicolato: «Pronti ad ogni evenienza. In lockdown ho riscoperto la famiglia»

Il CT dell'Italia Under 21 ha parlato ai microfoni di Rai Radio 1 all'interno della trasmissione Domenica Sport del momento degli Azzurrini
19.04.2020 20:40 di Alessandro Paoli Twitter:    vedi letture
Fonte: Rai Radio 1 - Domenica Sport
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Paolo Nicolato, CT dell'Italia Under 21, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni ai microfoni di Rai Radio 1 all'interno della trasmissione Domenica Sport facendo un po' il punto su i suoi Azzurrini:

«Sto vivendo questo momento un po' come tutti gli altri - dichiara il Commissario Tecnico azzurro -. Chiaramente è una situazione anomala. Nelle situazioni anomale, però, si possono trovare idee nuove e preparare cose nuove. Stiamo cercando di mantenere una vicinanza, nonostante questa forzata lontananza. Non è facile, non è un periodo facile, ma bisogna pensare che c'è chi sta peggio di noi. Ci sono stati tanti lutti, tante problematiche, persone che non stanno bene, quindi, noi che abbiamo la salute, non ci possiamo lamentare».

Su come stia trascorrendo questo periodo: «Sì, cade l'occhio lì. Poi, oggi, con i mezzi ci sono adesso si riesce a vedere quelle partite che, magari, non si è riusciti a vedere in diretta. Nel mio caso, che voglio essere informato sui ragazzi, ho avuto la possibilità di vedere meglio quelli che non stiamo ancora convocato ma che stanno muovando i primi passi nel professionisti. È giusto avere una panoramica ampia. Mi sto dedicando soprattutto a questo in assenza di avere la possibilità poter girare per i campi. Utilizzo questo tempo per cercare di conoscere, ancora meglio ed ancora di più, quei ragazzi che, al momento, non sto ancora convocando, ma che potrebbero venirci utili in seguito».

Su come cambierà il lavoro visto lo slittamento di un anno (dal 2021 al 2022) della fase finale della UEFA European Under-21 Championship Hungary-Slovakia 2022: «Noi facciamo il nostro lavoro e dobbiamo essere pronti a qualisiasi evenienza. Il ventaglio delle possibilità è abbastanza ampio, quindi non bisogna farsi trovare impreparati. Bisogna cercare di conoscere bene quello che è il panorama dei giovani. Noi lavoriamo su questo e ci lavoriamo da parecchio tempo. Dobbiamo essere pronti ad ogni possibile evenienza. Vediamo di prepararci al meglio, poi, in base a quello che succederà, ci regoleremo di conseguenza».

Su come potrebbe cambiare il gruppo dell'Italia Under 21 relativamente allo slittamento di un anno (dal 2021 al 2022) della fase finale della UEFA European Under-21 Championship Hungary-Slovakia 2022: «Questa è una delle possibilità perché, è chiaro, è difficile pensare che questo gruppo possa essere lo stesso fra due anni. Ammesso, e non conceso, che ci qualifichiamo visto che non abbiamo un girone di qualificazione facile e che si qualificano solo le prime. C'è da dire che "l'orizzonte" è lontano, quindi, fino ad allora, dobbiamo essere preparati ad avere una rosa integrata da altri elementi. Sperando che questi elementi si mostrino nei nostri campionati. Se in Serie B, questa cosa, si sta evidenzando, in Serie A è molto più difficile vedere ragazzi che giocano. Dobbiamo prepararci all'idea di convocare ragazzi che giocano poco nei rispettivi club. Sono pochi i giovani che stanno giocando, quindi dovremo attingere anche dai ragazzi che giocano a spizzichi e bocconi nei rispettivi campionati».

Sull'eventualità di estendere, da tre a cinque, i cambi in Serie A ed in Serie B: «Sarebbe bello. Per me è auspicabile... vedremo! È chiaro che questi ragazzi possono mettersi in mostra nel momento in cui viene data loro l'opportunità di farlo. Penso sempre che dalle opportunità nascano delle sorprese, ma, se non ci sono, è chiaro che non possiamo accorgercene».

Sulle parole di Roberto Mancini (CT Italia): «Sì, fatte salve tutte le considerazioni sulla salute, che lascio, chiaramente, agli esperti e non a noi, sono tutte cose vere. Il calcio, in Italia, è un accentratore di emozioni, una macchina che dà entusiasmo. In un momento così difficile, potrebbe essere una molla che ci aiuta. Naturalmente dobbiamo sempre tener conto di quello che è il contesto generale e dobbiamo affidarci a chi è esperto su come poter ripartire».

Sul protocollo studiato dalla Commissione Medica della FIGC per far ripartire il mondo del calcio: «Nelle categorie inferiori potrebbe essere un tantino più compicato. È giusto pensare a soluzioni che ci possano far sperare in una progressiva ripartenza nel mondo del calcio o, in generale, del mondo del lavoro. Non c'è, ovviamente, solo il calcio, bisogna far ripartite tutta la nazione. Penso, in ogni caso, che sarà difficile ripartire a pieno regime in nessuna attività, quindi dovremo abituarci con gradualità con norme un pochino più restrittive. Dovremo abituarci a ricominciare a far partire una cosa che, all'inizio, non sarà quella di prima ma, pian pianino, può tornare a quella che era la nostra normalità, la nostra consuetudine».

Su come pensa che questo protocollo medico, se applicato, possa incidere sull'Italia Under 21: «Non penso che ci sia una situazione ideale che possa andar bene a tutti. È evidente che noi dovremo saperci adattare a questo tipo di situazione, che non è quella ideale. Certamente non è ciò che uno spera ma, in una situazione come questa, ripartire, seppur in modo così compresso, diventa importante. Dobbiamo, pian pianino, adattarci. Rinunciare a qualcosa di nostro e cercare di fare le cose al meglio in questa fase che non è neanche facile da organizzare».

Sul fatto se siano o meno sufficienti le tre settimane di condizionamento atletico paventate sul protocollo studiato dalla Commissione Medica FIGC: «A mio parere, tre settimane sono un buon lasso di tempo. In considerazione del fatto che, seppur in casa o in spazi più angusti, i calciatori cercano di mantenersi in una buona condizione. Tre settimane sono tre settimane che valgono per tutti e sono certamente un buon lasso di tempo. Avessimo quel tempo, a mio parere, è un tempo che ci può garantire una certa tranquillità».

Su cosa abbia riscoperto in questo periodo di isolamento causato dall'emergenza epidemiologica legata al COVID-19: «La mia riscoperta è stata la famiglia. Essendo sempre un po' in viaggio, essendo sempre un po' in giro... ormai faccio calcio da trentanni a diversi livelli... il fatto di poter condividere del tempo, in maniera così assidua con la famiaglia, è stata, per me, una nuova riscoperta».