Ventura: «Al 90% abbiamo un futuro roseo. El Shaarawy? All'inizio non c'era il suo ruolo»

11.04.2017 17:50 di  Alessandro Paoli  Twitter:    vedi letture
Fonte: TUTTOmercatoWEB.com
© Getty Images
© Getty Images
© foto di TuttoNazionali.com

Giampiero Ventura, CT della Nazionale A, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni, come riporta il portale d'informazione sportiva TUTTOmercatoWEB (tuttomercatoweb.com), durante la conferenza stampa odierna svoltasi presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano (FI).

Sulla disponibilità nel concedere i calciatori ai propri club di appartenenza: «Disponibilità massima, sin dal primo giorno, in ogni occasione che mi è stata concessa, ho ringraziato pubblicamente società, presidenti e allenatori per la possibilità. Ha funzionato, perché molti giocatori hanno fatto poi parte della Nazionale A. Ho anticipato la chiusura dello stage domani a mezzogiorno perché poi si gioca sabato. C'è gente che lotta per Europa, salvezza e Champions (Legaue, ndr). Probabilmente c'è l'intenzione di sopprimere lo stage del primo maggio. Vista la disponibilità, vogliamo anche dare noi qualcosa. È un discorso di rapporto, è un dare e avere».

Sull'anticipare l'inizio della Serie A TIM 2017/2018 in funzione della Nazionale: «Si è cercato di dire che io chiedessi l'anticipo, ma no. Ho portato degli esempi, ho detto che la Germania è un punto di riferimento a livello di federazione, quando finisce un Mondiale o un Europeo, il campionato inizia più tardi. Altrimenti entro l'8 o il 10 di agosto, perché vogliono vincere. Il discorso del 13 è legato alla Spagna il 2 di settembre. Se avessimo un'altra squadra del nostro girone non avremmo neanche affrontato il problema. Se è fattibile, bene, altrimenti non fa nulla».

Su Arrigo Sacchi: «Anche lì si è enfatizzato molto, lo ripeto con grande stima nei confronti di Arrigo, a volte si rischia di fare confusione».

Sulla Spagna: «Ora gli dedico zero tempo, poi abbiamo tre partite. Una è quella degli stage, l'altra è contro l'Uruguay di Cavani e Suarez, giocatori di livello mondiale. Queste sono le priorità».

Su Stephan El Shaarawy (AS Roma): «Ho affrontato il problema anche con il giocatore. All'inizio, quando dovevamo riprendere un discorso finito, era quello di Berardi e per tanti altri. Non c'era il ruolo... ora gli esterni offensivi hanno un senso, siccome che El Shaarawy ha ripreso a giocare è evidente che non sia uno da stage. Noi facciamo questo, le tue caratteristiche sono buone. Lui mi ha detto "così a giugno sarò pronto", io mi auguro che sia quello l'obiettivo».

Su Juventus FC vs FC Barcelona: «Mi dispiace non essere a Torino per vederla dal vivo, mi sarebbe piaciuto. Queste sono partite che rappresentano il calcio. Lo stage mi ha dato gioia, l'entusiasmo di questi ragazzi è straordinario. Vorrei usare una parola che è pericolosissima, ma è "emozione", perché vedi la nascita e lo sviluppo di uno giovanissimo. Uno che sbaglia è perché è qui da poco, oggi farà meno errori, dopo ancora meno. L'emozione è quella di far sbocciare dei fiori».

Sull'Uruguay ed il Liechtenstein: «Qualcuno di questo stage potrebbe esserci. A oggi tutti quelli che sono stati inseriti hanno risposto in maniera buona, con prospettiva che diventino ottimi in futuro».

Sull'Italia Under 21: «Qualcosina daremo per gli Europei. Avremo tre blocchi, uno che farà la gara con San Marino, poi quelli che arriveranno reduci dalle finali, tra Champions (League, ndr) e Coppa Italia. Poi quelli che il 28 finiscono il campionato. Ci sono tre ingressi per essere tutti presenti. Dobbiamo gestire questi».

Sui talenti che stanno emergendo nel calcio italiano: «Al 90% abbiamo un futuro roseo, significa come ruoli. Non sono coperti ma hanno anche gente che scalpita. Ci sono uno o due ruoli in cui non c'è tutto questo ben di dio, lasciamo stare quali».

Su Andrea Belotti (Torino FC): «Dopo cinque anni di Torino qualsiasi cosa io dica rischio di suscitare delle interrogazioni. Quando uno va via deve entrare dalla porta principale. Non deve avere premura per andare, ma quando si apre il portone. Starà a Belotti e alla società decidere. Poi magari lui rimane e lo costruiscono intorno a lui, ciò che mi interessa è che sia quello che ho voluto e che ho avuto».

Su Emerson Palmieri dos Santos (AS Roma): «Cosa possa dare non lo so, ma è una piacevole sorpresa per come parla. Per quello che dice, per cosa pensa, per la sua voglia. È giovanissimo e si è ritagliato un piccolo spazio ma può guadagnare uno grande nella Roma. Il fatto che sia infortunato ma che voglia guardare, che passi da un campo all'altro in continuazione... si capisce che ha voglia di arrivare».

Sul ruolo di Direttore Tecnico: «Non ci sono novità e credo non ce ne saranno. A me hanno detto, a meno che non ci siano squadre in Europa in cui il commissario tecnico possa fare pure il direttore, che non si possa fare. Ho la presunzione di dire che per otto mesi ho fatto il DT, il CT lo faccio nei 20 giorni di campo».

Su Claude Adjapong (US Sassuolo Calcio) e Federico Chiesa (ACF Fiorentina): «Se devo essere sincero, permettimi un pizzico di orgoglio, ero l'unico a dire questo. Non sapevo se c'erano questi due, ma che ci fossero buoni giovani era un dato di fatto. Si è aperta una strada perché vuol dire che i club li stanno facendo giocare. Ci sono tutti i presupposti».

Sul The FIFA/Coca-Cola World Ranking: «Se noi dovessimo far risultato con Uruguay e Liechtenstein ne guadagniamo altri. Se arriviamo tra le prime dieci del mondo dopo anni... non è un punto di arrivo, ma quello di partenza. Io non guardo mai indietro. Se riusciamo a migliorare ulteriormente siamo sulla strada giusta».

Sulla Fase Finale della UEFA European Under-21 Championship - Poland 2017: «Iniziano la preparazione all'inizio di giugno, ma il vero problema è... in base alla data di inizio campionato ci sono giocatori che hanno copertura, che possono andare serenamente in under21, ma ci sono dei ruoli dove non c'è copertura e quindi dobbiamo prendere in considerazione. Vogliamo fare il meglio e vincere la competizione, però nello stesso tempo il 2 di settembre c'è una partita delicata».

Su Amadou Diawara (SSC Napoli): «Se può diventare italiano, perché no».

Su Marco Borriello (Cagliari Calcio): «Forse sta facendo l'annata migliore della sua carriera, ma se vogliamo aprire un ciclo non dobbiamo battere il Liechtenstein, ma creare i presupposti per una nazionale».

Su Alessio Romagnoli (AC Milan) e Daniele Rugani (Juventus FC): «Questi sono i due ruoli dove, effettivamente, c'è bisogno... Ci sono Spagna e Israele in quarantotto ore, ci giochiamo una qualificazione Mondiale».

Ancora su Federico Chiesa (ACF Fiorentina) e poi su Giuseppe Rossi (Real Club Celta de Vigo): «Il secondo non lo abbiamo mai preso in considerazione perché è di qualità assoluta, ma è stato bersagliato. La sua carriera si è interrotta anni fa. Chiesa può migliorare in tutto, è giovanissimo e al primo anno di Serie A. Entusiasmo folle, qualità buone se non ottime, è l'inizio di un percorso. Non lo conoscevo, è solare, pulito, è evidente che sia una spugna dove possiamo solo dare cose importanti. Altrimenti nessuna premura. Hanno potenzialità enormi ma, con calma, devono capire qual è la strada. Il padre è un amico, uno di quei giocatori che ha fatto bene nel calcio ma poteva far molto meglio».